Smog-One tra B-Boy, etichettatura in 3D e Crew: quando l’arte si fa strada.

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Smog-One. Il suo nome rimanda all’immagine della nebbiolina densa che si intravede al calar del sole nelle banlieu parigine. Quando la gente va a letto e i graffiti artists – in molti luoghi ancora clandestini – scendono per le strade ad “imbrattare i muri”, come si diceva un tempo quando la graffiti art era considerata esclusivamente espressione di rivolta contro il sistema. 

Completamente denaturata dalla valenza artistica che ha assunto nel tempo, la graffiti art ha oggi giorno attraversato addirittura il mondo dell’arte mainstream, con esposizioni nelle gallerie di tutto il mondo. 

Il suo vero nome è all’anagrafe Patrice Moretti, mentre il nome d’arte, Smog-One, risale ai tempi in cui i graffiti artists necessitavano di uno pseudonimo, che solo chi era dell’ambiente conosceva. L’aggettivo One invece lo identifica come artista solitario, che all’inizio non faceva parte di nessuna crew.  

Nato a Parigi da mamma francese e papà italiano – di Fano – si è trasferito con la famiglia in Florida, a Deerfield Beach inizialmente, all’età di 12 anni. Ricorda di essersi appassionato alla graffiti art durante gli anni della high school e del college, entrando a far parte della crew FS (Flavor Savers) e della BSK (Blessed Style Kings), entrambe di Miami ed al tempo ancora illegali. Poi, dopo aver lavorato per qualche anno come bartender nei locali modaioli della Florida, fra serate a base di musica e bella vita ha deciso di tornare sui passi dell’arte: indubbiamente meno remunerativa ma senza dubbio più appassionante. 

A chi chiede quale strano significato trascendentale ci sia nelle sue immagini stilizzate, risponde che non c’è né filosofia né psicologia: è semplicemente arte fine a se stessa, senza ricerca forzata di significati particolari.

 

Il suo segno distintivo è il piccione, il volatile che lo ha accompagnato sia per strade di Parigi che per quelle di Fano, città dove ora vivono i genitori e nella quale torna una volta all’anno. “Si vive bene in Italia, lì si che c’è la storia” dice Smog-One.

Smog racconta di come sia nata la sua passione per il disegno suggerendo a tutti coloro che vogliono approcciarsi all’arte dei graffiti di prendere un black book – l’iconico quaderno rivestito da un copertina nera sul quale i writers abbozzano i loro sketches preparatori – e fare tanta pratica: partendo dal piccolo schizzo per ingrandire fino alle misure da replicare sui muri. 

Smog è conosciuto nell’ambiente come uno dei più raffinati graffiti artists attuali, e sebbene abbia rappresentato diversi soggetti, i suoi personaggi stilizzati, i B-Boy -termine che si riferisce ai ballerini di hip-hop – sono il suoi tratto distintivo: testa, piedi e mani grandi, corpo filiforme e sinuoso, bomboletta spray in mano, cappellino a visiera sulla testa e ai piedi esclusivamente Puma, Adidas o Nike, dipinte con una tale precisione che viene voglia di prenderle ed infilarsele. A personalizzare ulteriormente i suoi personaggi l’onnipresente piccione, a fianco del quale compare anche un omino stilizzato a forma di corona – che compare anche sul suo nuovo logo, visibile su t-shirt e merchandising e prossimamente in vendita. In alcune opere compaiono anche i beccucci delle bombolette spray – fondamentali nella graffiti art – che assumono le sembianze di piccoli volatili onnipresenti, rappresentati in maniera così realistica che sembrano addirittura emettere il ronzio – lo stesso ronzio di quando si pigia il beccuccio sulla bomboletta di colore che esce – o diventano piccoli beccucci fumanti segno del lungo lavoro compiuto sui muri, mentre dai boombox (radioregistratori giganti utilizzati nell’hip-hop) si disperdono note che aleggiano sugli sfondi categoricamente graffittari dei suoi personaggi. Smog-One è riconosciuto anche per le sue etichettature: il suo nome e i loghi in 3D che realizza prima su bozzetti preparatori in cartonato, con tanto di volume, e che poi riproduce con le bombolette spray.

 Smog-One fa parte della FX crew e della X-Men crew entrambe di New York. Per chi non mastica la cultura dell’hip-hop, i progenitori del movimento – vere e proprie icone per i giovani di ogni latitudine – sono stati DJ Kool Herc e Afrika Bambaataa, originari del Bronx, New York: a loro va riconosciuto il merito di aver incanalato la violenza di strada in una pacifica forma di convivenza in cui si sfidano a vicenda a colpi di danza anziché di armi da fuoco. Ci sono versioni contrastanti in riferimento alla correlazione di graffiti e hip-hop. Chiedendo a Smog-One quanto la cultura hip-hop sia correlata ai graffiti ci risponde che: “I graffiti fanno oramai parte dell’hip-hop: sono considerati uno dei  quattro elementi fondanti l’hip-hop (ndr. gli altri tre sono: MCing -Master Ceremony che rappano, dei DJing -i DJ che fanno girare i dischi e scratchiano, e i B-Boy e le B-Girl -i ballerini che ballano la break-dance). Ma non è iniziato in quel modo: i Graffiti in origine non avevano nulla a che fare con la musica hip hop o altro, e lo dimostra il fatto che un sacco di writers non ascoltassero questo tipo di musica. Penso che i writers siano diventati parte della cultura hip hop quando hanno realizzato il film Style Wars, nel 1983, che li coinvolgeva insieme ”. Le crew invece sono gruppi composti da writers differenti che collaborano a progetti artistici insieme, ciascuno con il proprio stile ma lavorando in sintonia. Oltre all’arte, le crew sono una sorta di grande famiglia che condivide i valori di lealtà e rispetto ed hanno trasformato diversi quartieri malfamati in veri e propri poli artistici. In Florida è il caso di Wynwood, o di alcune zone di Fort Lauderdale in cui tra centinaia di personaggi rappresentati quelli di Smog-One si distinguono in mezzo agli altri. Se la città e le sue strade, rappresentano la sua galleria espositiva Smog-One produce anche opere su tela: Ha riprodotto recentemente un murales fatto sui muri del Mass District di Fort Lauderdale molti anni fa e che  rappresenta Joker.

Nell’attesa di vederlo impegnato nel Meeting of Style, evento che ogni anno, durante la Miami Art Week richiama a sé i più grandi graffiti e street artists del mondo, sarà possibile vedere Smog-One all’opera durante la Wynwood Art Walk, a Miami il 10 Agosto: una grande occasione da non lasciarsi scappare per vedere uno dei graffiti artists più interessanti del momento.

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1 thought on “Smog-One tra B-Boy, etichettatura in 3D e Crew: quando l’arte si fa strada.”

  1. Cosa posso dire,sono suo padre?È un figlio straordinario e un’artista con la A maiuscola JOSETTE ed Ione siamo FIERI

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