Welcome to the jungle: Art Basel apre la Miami Art Week.

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Finita la Miami Art Week, 5 giorni immersivi nel mondo dell’arte tra esposizioni, mostre, gallerie, party, eventi ed esibizioni speciali senza il tempo fisico, materiale, per postare un’immagine o lasciare un commento: Una full immersion totale che nonostante tutto rende ugualmente difficile riuscire a catturare Art Basel nel suo insieme anche se in modalità speed-date. Meno di 6 ore per vedere Art Basel sono tempistiche che non vanno affatto d’accordo con le ore necessarie per vedere e digerire il tutto correttamente. Ma questa è la Miami Art Week e quando comincia ci si butta nella giungla in mezzo alla gente che arriva da ogni dove alla scoperta della e Magic City, con un numero pur sempre limitato di parcheggi e il ripiego su Uber (che il più delle volte cancella la chiamata) o Lyft quest’anno affiliato al circolo di esposizioni. Ma la follia dell’art week offre anche i suoi pregi mostrando la possibilità di testare come, una città come Miami, melting pot di cultura, razze e lingue sia in grado di animarsi lasciandosi avvolgere dalla rete intricata di fiere satellite, eventi, party ed esposizioni museali di notevole pregio.

L’apertura ufficiale della 17ma edizione di Art Basel, dal 5 al 9 dicembre, è cominciata tra saluti ed onorificenze al presidente uscente Norman Braman, magnate automobilistico, in carica ad Art Basel sul quale voglio spendere due parole partendo  da quando, diciassette anni fa è riuscito a convincere i poco propensi dirigenti della fiera svizzera ad aprire una “succursale” a Miami sollevando il profilo dell’arte contemporanea nella cultura popolare della città, allora scarsa in quanto a  musei e gallerie. 

Oltre alla presenza di Braman c’erano Dan Gelber, sindaco della città, Marc Spiegel direttore generale di Art Basel, Noah Horowitz, direttore di art Basel per l’America e Johan Jervoe, responsabile marketing per UBS global leader market di Art Basel. 

Oltre ad UBI banca hanno partecipato in qualità di sponsor MGM Resorts International Audemars Piguet, NetJets, BMW, Ruinart, La Prairie, Douglas Elliman Development Marketing, Vienna Tourist Board, Sanlorenzo, Yvel,Swiss International Air Lines, Prada  and Kannoa e Hotel Partners. 

Prima di congedarsi Braman ha parlato dello splendido rinnovo del Convention Center, ad opera di Arquitectonica, dal costo complessivo di 620 milioni di dollari e della imminente costruzione di un hotel collegato al Convention Center. 

Aperta nel 2001 la mostra venne cancellata a seguito degli eventi dell’11 settembre, per cui l’apertura ufficiale, per il quale Braman impegnato altrove venne sostituito da Sam Keller, allora direttore delle comunicazioni di Art Basel, fu nel 2002. L’apertura non fu semplice per via delle poche adesioni alla fiera che spinsero Braman a chiedere aiuto a Sam Keller, affinché potesse far partecipare alcune delle gallerie presenti alla fiera di Basilea. L’anno successivo con l’entrata in gioco di Gagosian le cose cominciarono a cambiare ed alla terza edizione, Art Basel a Miami Beach aveva già consolidato la sua reputazione non solo come un evento artistico, ma anche come una delle più grandi settimane attese durante l’anno con il suo circondario di fiere satellite. Il New York Times ai tempi dichiarò “La fiera d’arte di Miami Beach si è differenziata da Art Basel in Svizzera mettendo in scena uno spettacolo d’arte tropicale: Un mix pionieristico particolarmente efficace nell’ottenere una nuova classe di americani alla ricerca di uno status sociale e uno stile di vita lussuoso all’insegna dell’arte”

L’irremovibile modestia di Braman, a differenza di altri colleghi collezionisti, non ha mai permesso di mettere una targa in suo nome che lo commemorasse a fondatore di Art Basel Miami Beach, anzì la sua umiltà ha messo in evidenza l’importanza di collezionisti come de la Cruze, Rubell, Scholl, Martin Margulies e Alberto Ibargüen, presidente ed amministratore delegato dell’organizzazione artistica Knight Foundation, che ha donato $ 165 milioni alle organizzazioni artistiche locali negli ultimi 13 anni, nella fondazione di Art Basel Miami Beach. 

Storia a parte veniamo ai numeri: quest’anno ad Art Basel hanno partecipato 268 gallerie d’arte provenienti da 35 paesi, fra queste 29 totalmente nuove. Oltre all’esposizione  vera e propria Art Basel ha lasciato spazio a “Conversations”, un insieme di panels nei quali hanno preso parte artisti come Christo e Judy Chicago, direttori di musei come nella Hans-Ulrich Obrist direttore della Serpentine Gallery o Franklin Sirmans, direttore del Perez Art Museum. 

Oltre a rafforzare la sua posizione come principale fiera d’arte americana Art Basel Miami Beach ha attirato la presenza di 83.000 spettatori nei cinque giorni della fiera, tra cui influenti collezionisti, registi, curatori, fiduciari e mecenati di alto livello di oltre 200 importanti musei e istituzioni culturali internazionali che hanno avuto la possibilità di vedere e scegliere  in anteprima le opere in esposizione, fra questi: il Museo l’ Albertina di Vienna; Albright-Knox Art Gallery, New York; Galleria d’arte dell’Ontario, Toronto; Istituto d’arte di Chicago; Aspen Art Museum; Museo d’arte di Baltimora; Centre Pompidou, Parigi; Creative Time, New York; Denver Art Museum; El Museo del Barrio, New York; Front International, Cleveland; Museo Guggenheim di Bilbao; Museo di Hirshhorn e Sculpture Garden, Washington, D.C.; Institute of Contemporary Art, Philadelphia; Khora Contemporary, Copenhagen; Minneapolis Institute of Art; Museo Jumex, Città del Messico; Museo di arte contemporanea di Chicago; Museo di Belle Arti, Houston; Il Museum of Modern Art, New York; Museo di arte moderna, Medellín; Museo Tamayo, Città del Messico; Nasher Museum of Art alla Duke University, Durham; New Museum, New York; Fondazione Norval, Città del Capo; Philadelphia Museum of Art; Museo d’arte di San Paolo; Serpentine Galleries, Londra; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Fondazione Tate Americas, New York; Il Metropolitan Museum of Art, New York; Vermont College of Fine Arts, Montpelier; VIA Art Fund, Boston; e Whitney Museum of American Art, New York.

 

Lo show è stato strutturato come di consueto nelle differenti zone quest’anno meglio distribuite per via del rinovo del Convention Center, nel mezzo del quale, nella Grand Ballroom è stata fra l’altro allestita una incredible performance “Autorreconstruccion: To Insist, To insist, To Insist…” ad opera di Abraham Cruzvillegas and Bárbara Foulkes. 

Galleries: il cuore pulsante di Art Basel con 198 gallerie che hanno esposto lavori tra il XX e  XXImo secolo presentando la più alta qualità di pittura, scultura, disegni, installazioni, fotografia, video e opere digitali. Quest’anno, all’elenco dei partecipanti sono stati affiancati  12 gallerie che hanno già partecipato al settore di Nova, Posizioni o Survey dello show: Galleria Boers-Li, Canada, Galleria David Castillo, Galleria DC Moore, Essex Street, Tanya Leighton, mor Charpentier, Proyectos Monclova, Ratio 3, Simões de Assis Galeria de Arte, Travesía Cuatro e Galerie Georges-Philippe e Nathalie Vallois. Due gallerie nel settore principale – Kayne Griffin Corcoran e Cardi Gallery – sono state completamente nuove allo spettacolo, e Barbara Thumm, tornata nel settore dopo una breve interruzione.

Nova:  29 espositori che presentano nuovi lavori per  un massimo di tre artisti ciascuno. I partecipanti per la prima volta includevano: progetti in bianco di  Carlos / Ishikawa, Selma Feriani Gallery, Galerie Christophe Gaillard, Grimm, Hanart TZ Gallery, Levy Delval, Josh Lilley, Linn Lühn, Morán Morán, Galleria Lorcan O’Neill Roma e Tiwani Contemporary. Highlights inclusi: “World Matters”, un’installazione ispirata alle figurine di Venere paleolitica dell’artista francese Marguerite Humeau, presentata da Clearing; un’installazione che esplora l’impatto del colonialismo e dei suoi rimanenti artefatti culturali da Claudia Martínez Garay, presentata da Grimm; ceramiche, opere tessili e un video di performance dell’artista messicana Pia Camil, presentato dall’Instituto de visión; e un’installazione con arazzi a parete, dipinti e una scultura figurativa di Jeffrey Gibson, presentata da Roberts Projects.

Positions: 14 gallerie ciascuna con un singolo artista rappresentato. I momenti salienti dei partecipanti per la prima volta includevano la galleria messicana Parque Galería, che ha presentato il secondo capitolo della serie Dawn and Dusk Seen at Once dell’artista ecuadoriano Oscar Santillán che narra la storia della scienza in America Latina; Upstream Gallery, con sede ad Amsterdam, che presenta “La Casa Lobo”, un lungometraggio monumentale di animazioni stop-motion del duo di artisti cileni Cristóbal León & Joaquín Cociña; e This Is No Fantasy di Anne Tanzer + Nicola Stein dall’Australia, presenta nuovi dipinti di Vincent Namatjira che riflettono sul patrimonio aborigeno dell’artista e sulla sua complessa storia coloniale. Altri partecipanti per la prima volta inclusi: Bodega, Commonwealth e Council, Thierry Goldberg Gallery, Madragoa e Galerie Jérôme Poggi.

Edition: al suo sesto anno Edition ha presentato 11 leader mondiali nel settore delle stampe e delle opere a stampa: Alan Cristea Gallery, Crown Point Press, Gemini GEL, Carolina Nitsch, Pace Prints, Paragon, Polígrafa Obra Gràfica, STPI, Two Palms, ULAE, così come Susan Sheehan Gallery, che ha partecipato per la prima volta allo spettacolo di Miami Beach.

Survey: Il settore è tornato per il quinto anno con 16 presentazioni mirate di lavori creati prima del 2000. Sei espositori hanno aderito al settore per la prima volta: Sabrina Amrani, con opere a base tessile di Chant Avedissian; Tibor de Nagy, con una presentazione di opere di Larry Rivers; Eric Firestone Gallery, con il lavoro di Joe Overstreet della fine degli anni ’60 e dei primi anni ’70 che parla dell’esperienza afro-americana; Paci contemporary, con una serie di ritratti compositi generati al computer da Nancy Burson; Venus Over Manhattan, con il lavoro di Maryan che unisce l’astrazione e la figurazione; e Walden, con una serie di tessuti ricamati, opere di Feliciano Centurión. Altri punti salienti includono la Galleria di Peter Blum, con una presentazione dei primi lavori di Joyce J. Scott; Anat Ebgi, che ha presentato opere dell’artista paraguaiano Faith Wilding, riconoscendo il suo contributo al discorso della storia dell’arte femminista; e Hales Gallery, il cui stand ha presentato il lavoro di Virginia Jaramillo che riflette sul suo periodo a New York durante il movimento Black Power – un periodo di transizione nella sua vita.

Kabinett: Da sempre punto culminante della mostra, Kabinett consisteva quest’anno in 31 mostre curate all’interno di stand in tutta la fiera. Quest’anno, il settore ha dimostrato ancora una volta la forte attenzione dello show di Miami Beach su artisti e gallerie delle Americhe. I punti salienti includevano una presentazione di opere sia giovanili che successive dell’artista uruguaiano Washington Barcala a Jorge Mara – La Ruche di Buenos Aires; una mostra che include dipinti astratti poco noti realizzati tra il 1954 e il 1964 da Romare Bearden alla DC Moore Gallery; disegni surrealisti di Gray Foy a Francis M. Naumann Fine Art; “A Tribute to Richard Gray”, presentato da Richard Gray Gallery, una selezione di opere post-belliche su carta in omaggio al mercante e conoscitore d’arte tardo Richard Gray, scomparso all’inizio di quest’anno; e un Kabinett dell’artista brasiliano Paulo Roberto Leal a Bergamin & Gomide.Art Basel ha  presentato opere eccezionali, dai capolavori moderni alla pittura contemporanea, scultura, fotografia, opere su carta e film – alcune delle quali sono state create appositamente per la fiera.

Oltre a tutto questo i musei limitrofi hanno dato il meglio di sé esponendo mostre di un certo  spessore: The Bass ha presentato opere di  Paola Pivi, Aaron Curry and The Haas Brothers; Il Frost Art Museum-FIU ha presentato “Relational Undercurrents: Contemporary Art of the Caribbean Archipelago”; l’ICA (Institute of Contemporary Art) ha presentato Larry Bell, Manuel Solano e Judy Chicago; il NSU Art Museum Fort Lauderdale : Remember to React: 60 Years of Collecting e William J. Glackens and Auguste Renoir: Affinities and Distinctions; l’MDC (Museum of Art and Design) ha presentato Superflex e William Kentridge; il MOCA (Museum of Contemporary Art ha presentato AfriCOBRA; Il PAMM (Perez Art Museum Miami) ha presentato Arthur Jafa, e Christo e Jean-Claude:surrounded islands il LOWE Art Museum: A Selection of Paintings by Florence and Robert Werner Collection e Yousuf Karsh; la FAU ha esposto opere di Eduard Duval Carrié.

I collezionisti privati hanno aperto le loro collezioni fra questi: la Cruz Collection, Margulies Collection at the Warehouse e The Rubell Family Collection.

Fiere satellite sono state: Art Miami, Art Africa Miami, Aqua Art Miami, Context, Design Miami, Ink Miami, Miai River Art Fair, NADA Art Fair, Pigment Intl, Pinta, Prizm, Pulse, Raw Pop Up, Red Dot, Scope Spectrum Miami e Untitled. Oltre a questo in occasione della Miami Art Week ha inaugurato Afrofuture, un’organizzazione che patendo dalla zona di Overtown vuole ristabilire le origini e offrire l’opportunità di trovare le proprie radici.

Ma se è vero che l’arte riflette il nostro tempo, socialmente, politicamente, economicamente e tecnologicamente, è anche vero che nulla può rimanere al passo con i tempi e con i giudizi delle generazioni a venire. E in un incessante brulicare di fiori, collage, sesso, e artisti storici riprodotti in tutte le tecniche e in tute le salse il cambiamento diventa sempre difficile da digerire e tutto necessita di una costante evoluzione, costantemente e indiscutibilmente gonfiata di eccesso, di vacuità e di monetizzazione. 

Indubbiamente in crescita il settore dell’arte latino americana, cubana soprattutto, poichè le gallerie dell’America Latina sono state in grado di cogliere ciò che è essenzialmente un vantaggio, la città di Miami, come porta d’ingresso per l’America Latina e per i molti uomini d’affari e di successo del Nord e del Sud America che mantengono qui le loro seconde case. Il mercato dell’arte latino americana detiene il 5% dei migliori collezionisti del mondo. 

Per quanto riguarda l’edizione del 2019 Art Basel si sta impegnando a migliorare l’economia della partecipazione per le piccole gallerie nelle sue edizioni future. L’edizione 2019 introdurrà una scala mobile per i prezzi degli stand, consentendo alle gallerie più grandi di sovvenzionare quelle più piccole. Il nuovo schema entrerà in vigore per la prima volta all’Art Basel di Basilea, a giugno, dove ci sarà un calo del prezzo dell’8% per le gallerie più piccole della fiera e un aumento del 9% per le gallerie più grandi della fiera. aggiustamento che verrà fatto anche  per Art Basel Miami Beach.

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