“Femme Touch”, l’esposizione in onore alle muse ispiratrici di Andy Warhol, sponsorizzato da (la) The Bennett Collection of Women Realists at The Andy Warhol Museum di Pittsburgh.

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The Andy Warhol Museum di Pittsburgh, PA, nella celebrazione del suo XXV anniversario, ha aperto le porte all’esposizione “Femme Touch”, sponsorizzata da Bank of America e da Steven Alan Bennett e la moglie, Dott.ssa Elaine Melotti Schmidt:  fondatori de la The Bennett Collection of Women Realists. L’esposizione, curata e organizzata dal chief curator José Carlos Diaz, ha richiesto due anni per la sua realizzazione che ha coinvolto sette persone. Una mostra “letteralmente” a porte aperte, che, con l’aumento delle adeguate misure preventive, rese obbligatorie dall’epidemia del Covid-19, rimarrà aperta al pubblico fino al 3 gennaio, 2021. “Femme Touch” è un’esposizione, unica nel suo genere che offre uno spaccato, tutto al femminile di Andy Warhol, reso attraverso l’omaggio alle sue muse ispiratrici:  le donne e le femmine che hanno avuto influenza sull’aspetto razionale e creativo dell’artista considerato il padre della Pop Art. 

Julia Warhola, Andy Warhol’s Mum, 1974.

Un punto di vista nuovo e interessante che consente di analizzare l’operato di Warhol in maniera differente come mai fatto prima d’ora nonostante le numerose mostre sull’artista. Nell’esposizione “Femme Touch”, i cinque piani del museo sono stati modificati per mettere in dialogo i lavori di Warhol con i manufatti e le opere d’arte della vita di queste affascinanti donne e femmine, resa possibile anche grazie all’esposizione dell’archivio del museo e all’ampia collezione di oltre mezzo milione di oggetti diversi, fra i quali alcune pellicole di Warhol, recentemente restaurate e digitalizzate nell’ambito di un’iniziativa di conservazione ancora in corso. L’esposizione punta i riflettori sulle donne e sulle femmine di Warhol fra le quali compaiono icone transgender, membri delle scene underground, femministe radicali e figure androgine: tutti soggetti che in un modo o nell’altro hanno valicato i limiti di ciò che era lecito in tempi di disuguaglianza e cambiamenti sociali: “C’è una componente molto femminile nelle opere di Andy Warhol”, sostiene Steven Alan Bennett. 

from the Exhibition “Femme Touch”, Andy Warhol and Candy Darling

Il fatto che la mostra sia stata sponsorizza da loro non è un caso: entrambe sono impegnati in prima persona in favore della rivalutazione del ruolo femminile nell’ambiente artistico. Fondatori della “The Bennett Collection”, caratterizzata dall’essere composta da opere realistico-figurative realizzate da donne e aventi come tema le donne e l’universo femminile, i coniugi Bennett affermano: “Il realismo nel senso del fare arte non è mai reale: è un’interessante approssimazione della realtà ed è abbastanza ricco di contenuti da permettere una discussione sul significato e sull’intenzione del fare arte così come sulla sua commissione e omissione. Scegliendo le donne come autrici e le donne come soggetto si ottiene uno sguardo su entrambe le prospettive: la testa dell’artista che fa l’opera così come il soggetto che è stato raffigurato nell’opera…Ritratto e rappresentazione realistica della figura femminile esprimono probabilmente di più con lo scorrere del tempo rispetto a ciò che possono esprimere la scultura o la fotografia”. A Steven A. Bennett e alla Dott.ssa Elaine Melotti Schmidt va riconosciuto il merito di avere istituito l’ambito “The Bennett Prize”: un riconoscimento monetario del valore di $50.000 da distribuirsi in due anni che consentiranno all’artista vincitrice di potersi dedicare alla realizzazione della mostra personale, che avrà luogo, in modo itinerante, sul territorio americano, con relativo catalogo della mostra, allo scopo di darle visibilità. 

Portrait of the Collectors by Kathie O’Hagan. Oil on canvas, 78×58″.

A proposito dell’esposizione “Femme Touch” i coniugi Bennett intervistati dal vivo dal Direttore del museo Patrick Moore dichiarano:“…se si studia l’orbita di Andy è affascinante vedere come la sua traiettoria sia composta da tutti i generi coinvolti nel background del tempo. Come dimostrano i suoi diari, c’è una sovrapposizione molto significativa su come le donne interagiscano da sole, tra di loro e sul lavoro di Andy. In aggiunta, molte delle opere d’arte hanno una componente di trasgressione in cui le donne assaporano i confini della loro testa o della testa dello spettatore”, dice Mr.Bennett.  “Femme Touch” mette infatti in rilievo nel particolare la vita di 9 donne, il cui contributo è stato spesso trascurato nella narrazione della storia di Warhol. Donne che hanno avuto particolare carisma sull’artista: Mario Montez, una delle interpreti più talentose del tempo nel mondo della filmografia underground, che dal 1964 al 1966 ha preso parte a 13 film di Warhol e il cui nome d’arte è un omaggio, al maschile, a Maria Montez, importante icona gay degli anni ’50 e ’60. 

Screen Test, Edie Sedgwick by Andy Warhol, 1965. The Andy Warhol Museum, Pittsburgh, PA.

Barbara Rubin, conosciuta per la sua personalità dinamica e il suo talento per il matchmaking artistico, secondo Andy Warhol è stata una fra le prime persone a suscitare l’interesse multimediale per le strade di New York. È diventata famosa per la realizzazione del film sessualmente più esplicito mai prodotto fino ad allora, Christmas on Earth (1963), un documento queer e femminista “essenziale” nel mondo del cinema e una pietra miliare culturale degli anni ’60 che ha svelato la legge sulla censura americana e aperto il campo agli studi artistici delle narrazioni sessuali. Con la Rubin, Warhol ha iniziato ad utilizzare le tecnologie come schermi multipli, diapositive e proiettori integrando poi altri media, come la scultura, la musica e l’illuminazione per creare un’esperienza totale in grado di variare continuamente. Donna Jordan è la modella androgina superstar di Andy Warhol, fotografata da Helmut Newton, Guy Bourdin e Oliviero Toscani, ha recitato nel film L’Amour di Andy Warhol, come Tally Brown che è stata attrice protagonista di diversi film della Andy Warhol’s “Factory” e anche cantante. 

Donna Jordan, Jane Forth and Andy Warhol promoting the 1971 film “L’Amour”.

Jane Forth, modella e attrice, ha iniziato la sua carriera artistica come receptionist alla Factory’s di Andy Warhol. Valerie Solanas, femminista radicale americana e autrice nota del Manifesto SCUM, che ha pubblicato autonomamente nel 1967, è nota soprattutto per aver tentato di uccidere Andy Warhol nel 1968 convinta del fatto che stesse cospirando contro di lei. Warhol rimase molto colpito dall’evento brutale, temendo per la sua incolumità, fino a che Solinas, dopo un’infanzia terribile, una laurea in psicologia e l’internamento per schizofrenia, morì di polmonite a 52 anni. Secondo il direttore del museo Patrick Moore: “La Solanas ha cambiato Warhol e la sua vita molto più di tutti gli altri”. 

Newspaper section (Daily News – Vol. 49, no. 296, June 4, 1968), The Andy Warhol Museum; Founding Collection, Contribution The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc.

Candy Darling, secondo Mr.Bennett, è stata la più importante musa ispiratrice di Warhol, la Diva, colei che come lui è stata in grado di reinventarsi: “Abbiamo chiamato Candy una transessuale ma lei è stata davvero un elemento molto importante sia per l’idea di ribellione che per l’idea di sessualità di Warhol”, dice Mr. Bennett. Nel film Beautiful Darling c’è una citazione famosa di Warhol che in risposta a Dallin Bayles in un commento sulle femmine impegnate nella Factory afferma: “Le persone che impieghiamo alla Factory sono drug queen reali perché il concetto di drug queen è legato a gente che “per puro piacere” si veste da donna per otto ore al giorno, mentre le persone che lavorano alla Factory pensano davvero di essere ragazze, e questo è totalmente diverso!” Una citazione che fa ben capire la considerazione per Candy Darling e per le transessuali.  Candy Darling è morta a soli 28 anni per un cancro. 

Self Portrait by Birgit Berlin, 1969 ca.The Andy Warhol Museum.

La Dott.ssa Melotti Schmidt afferma: “Altre due donne sono state fondamentali nella vita di Andy Warhol: la mamma Julia Warhola che lo ha supportato, trasmettendogli sia l’amore per l’arte che la fede, e Birgit Berlin, morta sfortunatamente a luglio di quest’anno all’età di 80 anni”. Birgit Berlin ha fatto fotografia e pittura con il suo corpo e ha introdotto Warhol all’uso della macchina fotografica Polaroid, soprattutto all’uso della Polaroid a doppia esposizione. Birgit era una ribelle: “una personalità non convenzionale”, come la definisce la Dott.ssa Melotti Schmidt. Perfettamente incapsulata nell’alta società dalla quale proveniva la Berlin rappresentava per Warhol un personaggio molto affascinante che divenne nel tempo la sua migliore amica.

Ten Portrait of Jews of The Twentieth Century by Andy Warhol, 1980. Prints and multiples, offset lithograph.

Se la Dott.ssa Elaine Melotti Schmid alla domanda di Patrick Moore, riguardo a quali siano le opere preferite di Warhol, risponde citando: “The Last Supper (Pink), composta alla fine della sua vita riguarda la religione ma anche la cultura popolare nominata dalla critica: “opera di eretica riverenza” che la dott.ssa Melotti Schmidt definisce invece: ”L’affermazione visiva della sua spiritualità che ancora oggi è accurata nel coniugare la tradizione storica tradizionale con la modernità contemporanea“. Un ‘altra opera preferita dalla Sig.ra Bennett è “Ten Portraits of Jews of the Twentieth Century Series”, Una serie di screen-prints che rappresenta 10 personaggi che hanno dato lustro alla cultura ebraica fra i quali la Dott.ssa Melotti Schmidt menziona: “Louis Brandeis, primo giudice ebraico della Corte Suprema americana e Golda Meir, politicante e la prima ed unica donna ad essere Primo Ministro di Israele”. Steven A. Bennett dichiara invece di apprezzare Il Marylin Dyptic perchè: “Rappresenta la diva, la nozione di pubblicità, l’invenzione di se stessi e il binomio celebrità e morte. Uno dei lavori più importanti del XX secolo”. 

Marilyn Diptych by Andy Warhol, 1962.

La seconda opera che ha: “un particolare appeal sul mio senso di trasgressione” dice Mr.Bennett è “Silver Car Crash (Double Disaster)”, serigrafia del 1963 nella quale: “ Il fattore interessante è la ripetizione per ben 10 volte sulla sinistra della scena dell’incidente che si muove verso il nulla della parte destra dell’opera: The Double Disaster”. Un ‘opera dalle dimensioni molto grandi, misura infatti 8×13’.

Due personaggi con gusti leggermente differenti, almeno per quanto riguarda Warhol, accomunati però dall’amore per l’arte figurativa realistica al femminile attraverso la quale sperano di poter incoraggiare collezionisti, musei ed istituzioni a riconoscere il ruolo della donna come soggetto attivo nell’arte. I coniugi Bennett ricordano, invitando tutte le donne artiste a partecipare, che sono aperte le iscrizioni per (il) The Bennett Prize per il quale siete invitate a leggere i termini del concorso all’indirizzo www.thebennettprize.org. Se invece volete ammirare le opere della The Bennett Collection nella quale figurano artiste di grande spessore, fra le quali Kathie O’Hagan, Pamela Wilson, Aleah Chapin, Margaret Bowland e tante altre siete invitate a visitare la pagina www.thebennettartcollection.com

Femme Touch Exposition at The Andy Warhol Museum di Pittsburgh.

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