Paolo De Cuarto in viaggio nella memoria collettiva di opere senza tempo.

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Dopo la magia delle fotografie NASA esposte al CONTINUUM Gallery, Rudolph Budja propone in occasione della Miami Art Week le opere del grande pittore italiano Paolo De Cuarto esposte per la serata inaugurale alla CCool-Rudolf Budja Gallery e al CONTINUUM North Building, dove rimarranno in esposizione per un intero mese.

Per un italiano entrare nella CCool Gallery di Rudolf Budja, una sorta di garage da grande appassionato di motori qual è, e scorgere tra le macchine da corsa le opere di Paolo de Cuarto affisse ai muri, lo riporta a trovarsi per le strade delle città italiane, Milano in primis, con le sue insegne pubblicitarie storiche usurate dal tempo e affisse alle pareti degli edifici. 

Paolo De Cuarto during The Miami Art Week

Paolo De Cuarto, nel panorama contemporaneo nel quale il termine artista è il più delle volte abusato, si definisce con umiltà un pittore, rievocando il ruolo svolto da questa figura nel corso della storia che opera per puro amore dell’arte e che rappresenta per lui una necessità fisica e psicologica: l’evolversi naturale del suo di vivere quotidiano, il mezzo attraverso il quale superare il proprio disagio perchè, dice Paolo: “Dietro ad ogni artista si nasconde un disagio che l’artista cerca di colmare con la propria arte”.

Paolo De Cuarto è una persona estremamente sensibile che pesa le parole e le utilizza in modo appropriato, motivo per cui si definisce un pittore lasciando ai posteri l’onore di conferirgli la grande investitura e affermando che: ”Sarà il tempo sulla base del segno che lascerà il mio corpo lavoro che saprà consacrarmi ad artista oppure no.” 

Paolo De Cuarto Studio in Milan

Nato a Catanzaro da una famiglia numerosa Paolo De Cuarto deve il nome De Cuarto al fatto che fosse il quarto di cinque fratelli (in verità sei, uno è mancato in giovane età). 

Amante dell’arte balistica decide di lasciare la sua città per trasferirsi a Milano nel 1993 dove per guadagnarsi da vivere lavora al famoso Bar Giamaica, fra i luoghi più famosi e unici di Milano: un luogo che conserva la storia e la cultura della città e dove il fermento culturale legato anche alla vicina Accademia di Brera, lo ha reso un importante punto di riferimento per artisti. 

Paolo De Cuarto è una persona semplice con le idee chiare ed una grande conoscenza della storia dell’arte con la quale sa colloquiare citando sia la storia formale, quella presentata sui libri, per capirci, che i dietro le quinte, le storie conosciute in prima persona quando ha avuto modo di frequentare gli artisti che bazzicavano nello studio dello zio, il famoso  Mimmo Rotella: unico artista italiano a far parte del movimento dei Nouveau Réalistes le cui opere erano caratterizzate da pre-decollage e assemblaggi nei quali incorporava tessuti e altri materiali.

Dallo studio dello zio è partita la vera formazione artistica di Paolo De Cuarto. 

Cinzano Strappo d’Affresco by Paolo De Cuarto, 2016. Mixed media on Canvas. 70 x 100 cm

Ma la sua idea di arte, che lo ha portato ad intraprendere un percorso autonomo nel 2006, nasce con la stessa semplicità che lo contraddistingue: è l’immagine storica della scritta CINZANO che fa breccia nel suo cuore e lo spinge a non fermarsi all’apparenza ma a voler conoscere la storia della cartellonistica e dei font legati ai momenti cruciali della storia italiana, ciascuno dei quali racconta la propria storia nel contesto dell’epoca. È il caso del simbolo dell’ENI che originariamente si chiamava SUPERCORTEMAGGIORE rappresentata da un un cane a sei zampe (quattro della macchina e due dell’uomo) che sputa fuoco lateralmente (inizialmente il fuoco era sputato di fronte ma l’immagine venne considerata troppo violenta al tempo) rendendo perfettamente il senso di energia. La società italiana,  come quella americana piuttosto che quella francese per esempio, sono ricche di elementi che legano la loro sfera culturale al messaggio sociale attraverso i font della cartellonistica pubblicitaria.

L’usura delle scritte, il fattore tempo e gli agenti atmosferici che rendono âgées questi fattori sociali onnipresenti agli occhi della gente ma il più delle volte ignorati proprio perchè parte del contesto quotidiano, entrano nell’anima di Paolo De Cuarto che decide di riprodurre parte del tutto, compresa la bellezza dell’usura, fattore inevitabilmente legato, seppur in maniera differente, all’immagine artistica dello zio Mimmo Rotella che aveva iniziato producendo francobolli in posta ed era arrivato a comporre arte attraverso manifesti stracciati. 

Repetita Iuvant by Paolo De Cuarto. Mixed Media on Canvas 120 x 160 cm

Comincia quindi un periodo di sperimentazione attraverso il quale capisce come poter stendere l’intonaco su tela senza che questo si restringa consentendo poi di poterci stendere strati di colore. Realizza i suoi lavori su sacchi di iuta che cuce fra loro per creare tele di grandi dimensioni. Un lavoro questo che si ispira agli insegnamenti della mamma che avendo trovato in Paolo un ragazzino sensibile e diligente gli aveva saggiamente insegnato a fare ogni tipo di lavoro , fra i quali anche rammendare i panni perche: “Non si sa mai nella vita…”. Niente di più vero, e le tele di Paolo De Cuarto, le cui cuciture compaiono a vista, raccontano  questa storia.   Le sue tele sono intonacate, pitturate e grattate con carta vetra, che consente di intravedere nel sottofondo la trama della tela. Per riprodurre l’azione meccanica del vento e quella termica del sole Paolo De Cuarto sottopone le opere ad alte temperature di calore attraverso l’utilizzo di lampade a sodio che favoriscono lo sbiadimento delle scritte. 

Paolo De Cuarto work in progress

E se normalmente, le cose belle, quelle importanti, nella vita, accadono per caso, in maniera del tutto casuale ha cominciato a definirsi la carriera artistica di Paolo che in occasione di una festa di compleanno di un amico ha pensato di regalare una sua tela. Il caso ha voluto che il gallerista Filippo Pananti, presente alla festa abbia notato e apprezzato l’opera di Paolo al punto tale da volerne dodici da esporre nella sua galleria in Piazza de’ Pitti a Firenze. Delle dodici opere è riuscito a venderne sei in brevissimo tempo dando il via alla sua carriera artistica. 

Dalla galleria a Firenze alla personale a Matera nel 2014 il passo è stato breve.

Follie Parigine by Paolo De Cuarto, 2019. Oil on Canvas. 100 x 140 cm

Attualmente il corpo lavoro di Paolo De Cuarto conta oltre duemila opere che sono state rappresentate fino ad ora a livello nazionale ma che in occasione della Miami Art Week, grazie al lavoro del suo manager Luca Santoro e del socio Federico Maria Ionta, con sede a Miami, saranno rappresentate da Rudolf Budja e dalla sua galleria anche a Miami. Un primo passo destinato a raggiungere e a mappare l’America andando a toccare città artisticamente attive, quali New York e Los Angeles. 

E se è vero che l’arte è composta al 90% dallo spettatore non bisogna fare altro che lasciarsi trasportare facendo in modo che le immagini dormienti nella memoria collettiva di ciascuno riaffiorino per essere riconsegnate al tempo attraverso le tele di Paolo De Cuarto, disponibili da Rudolf Budja e in esposizione al CONTINUUM North building di Miami: un pezzo di storia originale italiana che si concretizza in America.

Paolo De Cuarto con Laura durante l’intervista

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