Il caloroso ritorno in presenza per la XXIV conferenza “The Art of The Portrait” , organizzata dalla Portrait Society of America.

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Miami Niche è sbarcata ad Atlanta per (la) The Art of The Portrait, l’evento annuale organizzato dal (la) The Portrait Society of America, quest’anno tornato ad essere in presenza.

Ad accogliere il pubblico, nella sua prima giornata di corsi pre-evento, non ci sono stati solo una miriade di artisti membri di facoltà della prestigiosa istituzione, ma ci sono stati soprattutto la bellezza e la gioia del calore umano. È emozionante tornare ad abbracciarsi, e a potersi parlare guardandosi negli occhi. Lo aveva menzionato anche la scultrice Alicia Ponzio, membro di facoltà nella prima edizione virtuale dell’evento, nella quale aveva affermato che:  “Nessun evento virtuale può sostituire la grandiosità de la The Art of The Portrait, in persona. È unico”. E questa edizione ne è la prova.

Drawing from life at The Art of The Portrait

È curioso e affascinante sapere che i membri della società attraverso il volontariato si occupano dell’intera gestione dell’evento, sotto tutti i punti di vista.

Nella giornata “ufficiosa” dell’evento, apertasi con differenti workshops pre-conferenza, sono stati quattro gli artisti che hanno presenziato in altrettanti workshops distinti: Louis Carr, Michelle Dunaway, Robert Liberace e  Gregory Mortenson.

A frame fro Louis Carr’s demonstration

“Siamo esseri emotivi capaci di logica, non esseri logici capaci di emozioni” ha dichiarato Luis Carr, che nel suo workshop ha presentato il tema: “Oltre il volto”. L’artista, che utilizza abitualmente la triangolazione come base dalla quale partire nella realizzazione di un ritratto, sostiene che un ritratto correttamente eseguito è in grado di definire la personalità del soggetto mettendone in luce caratteristiche di fatto non tangibili, come l’emozione e spirito caratteriale. “Uno sguardo può dire molto” dichiara l’artista che individua schematizzando i muscoli facciali responsabili dell’espressività relativa alle emozioni percepite: felicità, gioia, sorpresa, paura, tristezza disapprovazione. Ogni emozione è percepibile dall’espressività facciale per via della contrazione di determinati muscoli che ne mettono in evidenza la relazione fra le parti. 

A frame from Michelle Dunaway’s work in progress demonstration

“Non dovete conoscere tutto riguardo l’anatomia del volto ma dovete disegnare ciò che vedete avendo cura di osservare le relazioni fra le parti”, sostiene Michelle Dunaway, allieva del grande maestro Richard Schmid e ossessionata dalla resa dei valori tonali del chiaroscuro. La Dunaway ha accompagnato i partecipanti nella realizzazione di un ritratto Alla Prima dal vero. Con l’uso di carboncino ha catturato gli aspetti essenziali del modello in posa amplificando in un secondo momento il dramma dei dettagli con la matita a carboncino. Nel processo creativo la Dunaway dichiara espressamente di giocare con diversi elementi, quali: i contrasti di valore, i bordi perduti, e le differenti texture, che realizza con la variazione del tratto in un continuo avanti e indietro. Secondo la Dunaway nel processo creativo è fondamentale operare delle scelte che mettono in evidenza determinate caratteristiche del soggetto ritratto che di conseguenza acquisisce vitalità risultando veritiero.

A frame from Robert Liberace’s demonstration

“Nel viso, come nel corpo ci sono segmenti ed angoli propriamente allineati”, ha dichiarato Robert Liberace, personaggio iconico della Portrait Society of America presente all’evento con tutta la famiglia. Liberace che possiede una straordinaria conoscenza dell’anatomia umana, nella sua sessione dimostrativa ha affrontato il tema de “la complessità della figura umana”. L’artista è in grado di elevare la semplice rappresentazione anatomica ad un livello drammatico non solo nel modo di esporre i concetti -fornendo sempre ricchi esempi attinti dalla storia dell’arte- ma anche attraverso il tratto tremulo che caratterizza il suo disegno. Liberace ha esortato i partecipanti a disegnare in periodi di tempo molto limitati -5 o 10 minuti- perchè solo avendo un lasso di tempo limitato l’artista apprende l’importanza del prendere decisioni nell’immediato mettendo a fuoco, da subito, le linee cardine del disegno.

A frame from Gregory Mortenson’s demonstration

La concettualizzazione delle forme e il pensare in maniera tridimensionale sono i concetti con i quali Gregory Mortenson ha trattato il tema dal titolo: “fare passi nel processo”. Secondo Mortenson, l’armonia della composizione è raggiungibile solo pensando ai concetti semplici di linea e di forma. Concetti  ai quali l’artista dichiara di fare continuamente riferimento quando percepisce che qualcosa nella composizione non funziona. Mortenson sostiene inoltre che, capire la scala tonale e pensare agli oggetti come se fossero delle sfere, è un processo che aiuta molto nella realizzazione del ritratto a carboncino. Questo medium, come la matita del resto, è basato esclusivamente sulla sola scala di valori tonali, a differenza invece dell’olio, che implica anche i concetti di valore, e croma. Con questa premessa Mortenson ha guidato i partecipanti nelle fasi fondamentali della realizzazione di un ritratto, vale a dire: disegnare partendo dal block-in, misurare continuamente le forme della composizione aiutandosi con i mezzi più congeniali -l’artista utilizza una matita in stile accademico- e studiare il comportamento della  luce sulle superfici e nella prospettiva. 

Michael Harding proud sponsor of the event

 In ogni workshops, dopo la sessione dimostrativa del faculty members, sono seguite sessioni pratiche di disegno nelle quali i partecipanti hanno realizzato dei ritratti dal vivo sotto l’occhio vigile dei docenti che hanno elaborato sessioni critiche individuali elargendo consigli pratici.

A frame from FACE-OFF demonstration, from left, Anne Rose Bain, Adrienne Stein and Mardie Rees

Nel tardo pomeriggio è ufficialmente cominciata la XXIV edizione della The Art of The Portrait e dopo il ritiro dei badges i partecipanti hanno assistito al FACE-OFF: la sessione dimostrativa durante la quale 18 artisti hanno realizzato, nell’arco di tre ore, il ritratto dal vero di alcuni artisti resisi disponibili a fare da modelli. Il FACE-OFF oltre ad essere un momento artisticamente affascinante perchè si assiste contemporaneamente alla creazione di diciotto ritratti, è molto interessante perchè consente di entrare nell’universo artistico caratteristico di ciascun artista che ha il proprio modo di organizzare gli spazi e di mettere a fuoco un dettaglio anziché un altro. Gli artisti che hanno realizzato i ritratti sono stati: Joseph Daily, Seth Haverkamp e Kerry Dunn; Daniel Sprick, Mary Qian, Tina Garrett ed Elizabeth Zanzinger; Teresa Oaxaca, Paul Newton e Pramod Kurlekar; Anna Rose Bain, Adrienne Stein e Mardie Rees – che ha realizzato una scultura; Gwenneth Barth-White, Suchitra Bhosle e Ron Hicks; Jeff Hein, Quang Ho, Richard Christian Nelson. Le opere realizzate durante il FACE-OFF saranno messe in vendita domani dopo la sessione dedicata alla ”6×9: Limited Size, Unlimited Talent Mystery Art Sale”, e i soldi del ricavato saranno utilizzati per sostenere il programma di borse di studio della Portrait Society of America. 

La giornata si è conclusa e Miami Niche vi aspetta domani per portarvi nel vivo degli eventi di questa 24ma edizione de (la) The Art of The Portrait: rimanete connessi. 

(on the title: a frame from the FACE-OFF, last event of the day and official opening event of the 24th edition of The Art of The Portrait, from left, Quang-Ho, Richard Christian Nelson and Jeff Hein)

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