I personaggi di David Rohn fra letteratura ed empatia.

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Se nell’arte arcaica l’espressione del viso oscillava tra palese severità e distaccato sorriso, per David Rohn rappresenta l’essenza creativa con la quale interpretare ruoli sociali densi di empatia.

Nato in New Jersey da una grande famiglia cattolica David Rohn ha ereditato la passione per l’arte dallo zio, che, malato di poliomielite all’età di 20 anni, ha investito gli anni rimanenti e i soldi nelle arti, consapevole del fatto che sarebbe morto giovane. Una passione immensa che ha coltivato studiando (con una tesi su Herman Melville alla Colombia University), collezionando e circondandosi di amici legati al mondo della letteratura, della poesia e dell’arte, che di conseguenza frequentavano la casa in cui David viveva da bambino. L’artista ricorda sorridendo la figura dello zio e le vicissitudini familiari a lui legate, che nel contesto cattolico che animava la famiglia, risultava essere alquanto ribelle. Racconta inoltre di come la sua casa da ragazzo fosse piena di libri di letteratura che leggeva con ingordigia e che hanno alimentato la sua immaginazione: Dickens, Thackeray, Thomas Hardy, Mark Twain, Frank Baum e Conan Doyle. ”Ero abbastanza giovane quando leggevo quei libri, ma le loro storie erano meravigliose. Penso che fossero la teatralità e lo sviluppo dei personaggi nel contesto storico-sociale che mi hanno affascinato”. Dall’immaginazione da ragazzino, alla passione per la storia impartitagli dai professori (due in particolare) ai tempi delle scuole, hanno fatto si che l’artista abbia mescolato il suo bagaglio personale e culturale alla storia, che secondo Rohn è più consistente e più complessa di quanto non lo sia la contemporaneità. ”Mi sento un artista, ma sono anche un osservatore affascinato dalla storia perché penso che sia il modo migliore per capire il presente”, dice Rohn. 

L’arte di Rohn, inizialmente figurativa è diventata nel tempo arte performativa: un’azione esibita di fronte ad un pubblico, un’esperienza effimera in cui i lavori diventano emozioni legate alla fragilità umana. Le sue prime esibizioni risalgono agli anni ’90 e sono nate sul ricordo di una vecchia zia che usava travestirsi per intrattenere gli ospiti. L’esibizione ufficiale, vera e propria, è avvenuta nel 2001 nello spazio del progetto della galleria Brook Dorsch, nell’attuale Wynwood. Per animare gli spazi espositivi, nei quali esponeva, ha interpretato il ruolo dell’agente immobiliare, Bender. La risposta del pubblico che richiedeva altre performances ed il successo ottenuto è stato talmente grande da indurlo a realizzare ogni volta che esponeva, nuove performances. 

Oltre alle performance il suo lavoro è incentrando sugli autoritratti come rappresentazione basata sulla sua espressività facciale e sul linguaggio del corpo. Mettendo se stesso in prima persona, con un minuzioso lavoro fatto di studi e osservazione, autocoscienza ed empatia, egli enfatizza in particolare gli archetipi maschili come un modo per esporre un Costrutto di Mascolinità che equilibra il Costrutto Femminile, che è stato più ampiamente esaminato. Rohn sostiene che la “femminilità” non può essere ridefinita senza una corrispondente definizione di ciò che è presumibilmente “maschile”, sostenendo che i rigidi binari tradizionali e i costumi sessuali sono stati istituiti per organizzare confini.  

Rohn rappresenta gli archetipi sociali delle persone invisibili agli occhi della società: Cameriere nei fast food, commesse nei supermercati, veterani di guerra senza fissa dimora, persone che sono tornate al lavoro dopo essere andate in pensione per riuscire a far quadrare i conti. I personaggi da lui interpretati nascono sulla scia dei libri letti da ragazzo, che diventano così personaggi in bilico fra la letteratura ed il teatro, e dei quali esalta la capacità di sopravvivenza in un mondo troppo veloce e instabile, cui va ad aggiungersi il malessere socio-economico dei tempi attuali. La necessità di comprendere in profondità questi personaggi lo ha portato ad incorporare negli autoritratti l’ambiente circostante che caratterizza la loro dimensione. Con un lavoro basato sul foto-ritocco i personaggi di David Rohn sono inseriti nel loro contesto sociale: il fast food, un centro commerciale o il bordo della strada. L’artista ritiene infatti fondamentale l’approccio spazio temporale nel quale i personaggi sono calati, e per il quale  si è ispirato a tre grandi mentori della storia dell’arte: Giorgione, Edward Hopper e Francis Bacon. Tutti e tre gli artisti concepiscono il concetto spazio temporale come contesto che lega l’individuo alla totalità cosmica (Giorgione), alla natura, in maniera più umana e definita (Hopper), fino a metterne in risalto il senso di vulnerabilità cui la civiltà contemporanea sottostà, trovando il tempo però di investigare sui traumi personali che affronta, attraverso psicologi e social media (Bacon).

 

Dopo aver studiato per i primi due anni alla Colgate University (un ex seminario, dove venivano educati i ministri protestanti) con un curriculum basato sullo studio della religione e della filosofia ha studiato in parallelo arte e storia dell’arte, discipline che ha perseguito alla New York University, specializzandosi in studi urbani. Ha studiato per un anno all’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi (Rohn parla perfettamente il francese) ed ha continuato a vivere in Francia per circa sei anni. Tornato in America si è  laureato in architettura al Pratt Institute di New York. 

Oltre ad essere un artista, Rohn ha scritto per magazine d’arte, opportunità questa che lo ha portato a rielaborare i suoi pensieri e le sue emozioni in modo organizzato. 

David Rohn è un personaggio complesso che lavora secondo autocoscienza e introspezione e che attraverso la sua arte parla ad un vasto pubblico mettendo in rilievo problematiche sociali. Ma se da un lato studia e analizza i contesti storici e sociali, dall’altro ritiene che la sua arte non necessiti di intellettualismi e di estetismi, che nell’ultimo secolo hanno reso l’arte altamente intellettuale risultando persino “arida e mondana”. 

David Rohn ha allestito numerose performance sia personali che di gruppo nel territorio della Florida, a New York e a Berlino, esponendo dal 2008 al 2014 per la Carol Jazzar Contemporary Art di Miami. 

Se nelle arti, tanto amate dallo zio, un’opera per potersi elevare all’ennesima potenza necessita di perfezione formale, pensiero ispiratore e valore espressivo, nell’espressione artistica di Rohn si carica di tutta la potenza empatica necessaria a rendere i suoi lavori grandi opere d’arte contemporanea. 

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