Design Miami grandi numeri per risultato eccellente.

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Design Miami è diventata la sede principale per collezionare, esibire e discutere opere di design di elevato pregio in un miscuglio fra funzionalità ed estetica che rende il Design Miami una destinazione obbligatoria per i cultori dello stile ultimo modello o dell’evoluzione nel tempo di oggetti, arredamenti e affini assolutamente a-temporali o revisionati in chiave moderna oppure ancora per oggetti di grande artigianalità.   L’esposizione partita 14 anni fa nel The Moore Bulding, ha fatto parecchia strada ed ha preso forma nel tempo nella zona direttamente adiacente Art Basel a Miami Beach, su una superficie di 6.500 metri quadrati (70.000 square foot), con più di 33 gallerie in esposizione provenienti da 20 paesi al mondo. 

L’esposizione, è partita dalla mente del fondatore del Design District, Mr. Craig Robins con DACRA, l’azienda di proprietà che combina architettura, arte, design e fashion. Craig Robins, fondatore, direttore del Design Miami e l’amministratore delegato Jennifer Roberts hanno aperto la conferenza stampa alla quale hanno preso parte anche Rodmarck Primack, la designer britannica Bethan Laura Wood, Pedro Reyes e Karla Fernandez vincitori del Visionary Awards 2018. Tra i ringraziamenti vari, Craig Robins ha presentato il site-specific all’esterno della fiera: Costruito dai due vincitori del Visionary Award Pedro Reyes e Carla Fernández, l’installazione è composta da due grandi pilastri antropomorfi in acciaio verniciato di rosso intitolati Unite con chiaro riferimento al tema dell’immigrazione e al distaccamento dei bambini dai genitori al confine con il Messico, un simbolo di solidarietà in un periodo di divisioni politiche e geografiche. Oltre alle installazioni, un container con una capsule-collection di t-shirt, borse e abiti supportata da Levi’s, i cui proventi andranno totalmente alle famiglie separate al confine attraverso l’organizzazione statunitense Immigrant Families Together, per aiutare le popolazioni indigene del Messico, con il chiaro concetto che l’arte, in quanto esplicita rappresentazione della società, non deve essere ignara del mondo in cui esiste. Mr. Robins parlando dei vari stands presenti nel 14mo anno di esposizione ha menzionato anche i talks in programma con personaggi di grande caratura: ci sono stati infatti tra i vari talkers Antonio Citterio, Chad Oppenheim, Rene Gonzalez, architetto per eccellenza della zona Art Deco di Miami Beach. Renee Gonzalez ha fra l’altro aperto la terza asta della serie RED, con Theaster Gates e Sir David Adjaye, icone nel mondo dell’arte e dell’architettura, che hanno devoluto le proprie opere insieme a quelle della collezione Stuart Parr, Marc Newson, Pierre Jeanneret, Zaha Hadid ed altri, a favore della lotta contro l’AIDS. Le opere, presentate da Gagosian nello storico Moore Building, sono state messe all’asta da Sotheby’s il 5 dicembre.

Entrando nel vivo del Design Miami da 5 anni a questa parte oltre al core business della fiera c’è Curio, che è una piattaforma espositiva del Design Miami, che invita designer, curatori, innovatori e galleristi a presentare curiosità e novità nell’ambiente del design ponendo l’accento su installazioni sorprendenti di ricerca scientifica e tecnologica a fianco dell’artigianato e della produzione creativa per un totale di 12 stands Curio intervallati dal core gallery di Design Miami, che rappresentano il programma espositivo della fiera vero e proprio con inventive del panorama del design di oggi.

Grande importanza per Curio ha avuto Calico Wallpaper, fondato a Brooklyn nel 2013 dai coniugi Nick e Rachel Cope che, in collaborazione a designer londinese Philippe Malouin hanno presentato il loro primo progetto. Intitolato The Colour and the Shape, l’installazione Calico rielaborata da Philippe Malouin, designer dal curriculum vitae decisamente interessante e nominato Designer of the Year, ha reinventato con i coniugi, fondatori di Calico a Brooklyn nel 2013, il potenziale della carta da parati attraverso un sistema coinvolgente di astrazione, consistenze ed un gioco modulare di stratificazione ispirato ai papier decoupé di Henry Matisse. I materiali sono eclettici e strutturati: dal Tyvek (un materiale sintetico simile alla carta brevettato dalla DuPont) alla carta a rete che vengono lasciati cadere, letteralmente, su uno sfondo di colore, consentendo un numero infinito di arrangiamenti, sempre unici. La carta da parati Calico è nata con l’idea di creare murales utilizzando collages su larga scala per sperimentare nuove carte da parati in grado di rendere uno spazio anonimo in uno spazio totalmente nuovo, fresco e ricombinabile. Sono stati molti gli stand allestiti da Calico in questa edizione del Design  Miami che è stato in grado di rendere sorprendenti i vari spazi senza offuscare gli oggetti esposti.

Il processo di Calico combina metodi artigianali con le arti decorative, come le tecniche tradizionali di marmorizzazione e dip-dying (colorante ad immersione), con tecnologie digitali innovative. Calico Wallpaper collabora con importanti designer e architetti. Oltre ai progetti residenziali, i disegni di Calico Wallpaper sono stati esposti a livello internazionale al London Design Festival (2015 e 2017), al Salone del Mobile di Milano (2015 e 2017), e hanno conquistato un posto nella collezione permanente presso la Cooper Hewitt Museo del design Smithsonian. 

 

Altrettanto interessante la collezione di mobili Entrevero del designer e artista argentino Cristián Mohaded  che cerca di coltivare un nuovo mezzo espressivo in grado di superare i confini tra design e arte con la trasformazione e la manipolazione artigianale argentina dei materiali utilizzati. La Galleria J. Lohmann Gallery, fondata nel 2006 presenta Breaking the Mold: Contemporary Korean Ceramics presentando cinque dei più talentuosi designer emergenti della Corea del Sud che lavorano con l’argilla: Sangwoo  Kim, Ahryun Lee, Nin Lee, Jongjin Park e Bae Sejin che hanno studiato e lavorato a livello internazionale, esplorando le possibilità creative offerte tra Oriente e Occidente offrendo un approccio innovativo al design ceramico contemporaneo. L’inimitabile linguaggio ornamentale di ogni designer, l’uso di tecniche sperimentali e l’interpretazione unica dell’argilla creano una sinfonia perfetta tra artigianato, design e arte tutt’altro che ordinaria.

Il core del Design Miami ha visto festeggiare i 10 anni di partecipazione al Design Miami di Fendi che quest’anno ha presenziato con l’esposizione “Shapes of Water” curata da Sabine Marcelis che ha realizzato dieci fontane, ispirate a 10 icone della Maison e del suo logo, abbinando l’acqua al marmo di travertino: il medesimo materiale con cui è stato costruito l’emblematico Palazzo della Civiltà a Roma nel 1942, diventato sede della Maison nel 2015. Lo stand si apriva con una borsa in resina ispirata alla Peekaboo, iconica borsa Fendi, in primo piano: splendida, unica. Le fontane ricordavano per certi aspetti le scatole in vetro e specchio di Larry Bell, attualmente esposte all’ICA. 

Tra le opere esposte il Salon 94 Design di New York ha presentato la lampada  54 Arm  Lamp di Gaetano Pesce, una delle sue opere più rappresentative, che consente all’utente di modellare ciascun braccio secondo il proprio desiderio, dimostrando l’umorismo fantasioso del designer.

Unicorn Rocker di Daniel Jackson, alla Moderne Gallery, è l’unicorno a dondolo in legno realizzato nel 1974. Commissionatogli come regalo di Natale allo stilista Wayne Rogers, è oggi considerato il suo lavoro più importante. oltre alle ceramiche di Pierre Cocteau recentemente acquistate da una galleria a Monaco e la vasca da bagno in pietra dal peso di 2.268 kg (5000 pounds) di marmo utilizzato per costruire la vasca da bagno dei Haas Brothers, nata della mente creativa degli Haas Brothers, attualmente in esposizione con l’Objet The Haas Brothers al The Bass Museum. 

La voce pionieristica nel minimalismo globale di Harry Nuriev, fondatore del Crosby Studios, ha invece proposto un’installazione scultorea di mobili intitolata The Office, traendo ispirazione satirica e sentimentale dalla sua passata vita professionale come umile impiegato in un piccolo ufficio di design russo: ha preso oggetti di vita quotidiana – una sedia, carta da parati, scrivania, appendiabiti e stampante – ed ha sovvertito le aspettative formali del pubblico attraverso il brand Balenciaga che ha dato vita ad una sovversione degli standard canonici e statici del tempo trasformando uno dei mestieri russi per eccellenza (la lavorazione meticolosa con intagli e ricami del legno) fino a favorire una rinascita dell’artigianato locale in chiave moderna. Peter Blake Gallery ha presentato i disegni storici creati da Kem Weber per gli uffici di animazione di Walt Disney Studio a Burbank, in California, compresa la rara e iconica poltrona Airline. La Galerie Patrick Seguin ha presentato una casa smontabile di Jean Prouvé 6 x 6 completamente costruita nel 1944. Originariamente progettata per risistemare le vittime della Seconda Guerra Mondiale, questo casa è attrezzata come una sala fitness attrezzata per una varietà di attività, che rende ancora una volta l’architettura di Prouvé completamente adattabile ai giorni nostri. Ci sono volute 3 persone per installare la casa in  24 ore. 

Fra i pezzi più interessanti del Design Miami, indiscutibilmente l’architettura vernacolare di Porky Hefer purtroppo poco in evidenza per via dell’esubero di pezzi nello stand,  gli eccelsi Objets Nomades proposti da Louis Vuitton e visionati in anteprima presso la boutique del Design District, l’iconico Luminor Panerai 1950 e i nuovi Luminor Due, del 40% più sottili rispetto al classico modello in mostra presso lo stand Officine Panerai ispirato alla boutique di punta creata in collaborazione con il famoso architetto Patricia Urquiola. A riguardo è stata molto importante la sezione dedicata alle collaborazioni oltre che con Fendi, Louis Vuitton e Panerai anche con Lexus, Scad, Therme Group che si è occupato di allestire lo spazio per la conferenza stampa e i 14 talks con oltre 50 ospiti durante lo show, Grand Seiko, Stephen Webster, Creative Edge parties e USM che hanno presentato installazioni e opere realizzate appositamente per la manifestazione, Perrier Jouët e i suoi splendidi flute decorati hanno  presentato HyperNature di Bethan Laura Wood nella Collectors Lounge, un’installazione che ha disegnato un parallelo tra la natura trasformativa dell’Art Nouveau e il meticoloso lavoro richiesto per trasformare l’uva in Champagne. 

Principali vendite e acquisizioni 

Miami Design 2018 è stato definito da Rosanne Somerson, presidente della Rhode Island School of Design (RISD):” la vetrina più forte sin dal suo inizio”. E non a caso poichè durante la fiera sono stati venduti capolavori di importanza storica legati al design del XX secolo, fra i quali un divano Jean Royère unico nel suo genere e venduto dalla Galerie Patrick Seguin ad un importante collezionista-mecenate internazionale per un valore sconosciuto e altre cinque opere di Royère e Pierre Jeanneret. La Galerie VIVID di Rotterdam ha venduto quattro ceramiche Wouter Dam al collezionista newyorkese Lee Mindel e una sedia Steltman di Gerrit Rietveld. I piatti dipinti a mano da Jean Cocteau sono andati quasi tutti esauriti nei primi giorni della fiera presso lo stand di Lebreton con prezzi compresi tra i 14.000 $ e i 34.000 $. Una grande ceramica Beth Cavener è stata venduta dalla Jason Jacques Gallery ad un acquirente privato per 250.000 $, mentre una grande scultura in ottone di Harry Bertoia è stata venduta a CONVERSO per 425.000 $ insieme ad un divano componibile Warren Platner per un valore di 140.000 $, destinato ad un imminente progetto dell’architetto David Chipperfield. Il mercato contemporaneo è stato altrettanto vivace: le sei lampade Girl Army di Katie Stout di R & Company sono state vendute nei primi 40 minuti della fiera per la somma di 55.000$ l’una. Forti vendite sono state segnalate anche alla Functional Art Gallery di Berlino, al Future Perfect di New York, San Francisco e Los Angeles, e alla Southern Guild di Cape Town. Le nuove opere di Porky Hefer continuano imperterrite a deliziare i collezionisti.

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