Afrofuture e la rinascita di Overtown attraverso l’arte.

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Lo avevamo già accennato in tempi pre-Miami Art Week che nella zona storica e originale di Overtown (originale intesa come senso d’origine, di radici) nei giorni della Miami Art Week si sarebbe inaugurata Afrofuture con una grande festa aperta a tutti. E noi di Miami Niche abbiamo fatto parte sia della festa che del taglio del nastro che ha significato un grande passo per  Overtown, uno dei quartieri più preziosi del nucleo urbano di Miami perchè è da Overtown che prende origine Miami ed è purtroppo sempre Overtown la zona più bistrattata della città. 

Afrofuture non ha scelto a caso i giorni per l’inaugurazione di questo ambizioso progetto che mira a rivalutare una zona al margine in una zona di interesse culturale che attraverso l’arte può ridisegnare il futuro di quelle persone che possono entrare in quello spazio e presentare nuovi modi in cui può essere usato e condiviso. 

 

La cerimonia ufficiale si è tenuta infatti durante la settimana dell’arte per eccellenza a Miami, perchè Art Basel e tutto il suo entourage, richiamano a sé gente da tutto il mondo che arriva a Miami per vedere l’arte, che per sua natura rappresenta lo specchio sociale della realtà.  Quando la gente arriva a Miami difficilmente si sposta da Miami Beach, Wynwood o dal Design District perdendosi in realtà una parte molto importante della città: l’altra parte, quella vera, quella nera quella che oggi, grazie al sostegno dell’organizzazione no profit Urban Philanthropies sta aprendosi al mondo con un nuovo spazio di quasi 5000 metri quadri (53.000 square foot) nel quartiere storico chiamato The Urban e lo fa guardando in faccia l’arte perchè come afferma Gia Hamilton, fondatrice di Afrofuture “Siamo tutti legati dal potere dell’arte, e ciò che offriamo al The Urban è una esperienza fondamentale collegata ad uno spazio che è stato importante e lo sarà ancora per la comunità Overtown”. 

 

Overtown del resto non è estranea al mondo dell’arte che ha visto vivere qui uno dei più grandi artisti dei nostri tempi: Purvis Young, che nel 1971 aveva deciso di vivere nel vicolo chiamato Goodbread Alley, dal nome delle panetterie giamaicane che occupavano la strada. Qui con pezzi di assi racimolati per la strada e inchiodati al muro aveva cominciato a dipingere e ad attirare l’attenzione dei media con il suo “muralismo”, una sorta di art brut colorata. La famiglia Rubell, che nel 1999 ha acquistato 3000 opere di Purvis Young, donandone 108 al Morehouse College nel 2008, in occasione della Miami Art Week ha aperto la sua collezione per mostrarla al pubblico. Ed è fantastico fermarsi davanti all’opera originale e nello stesso tempo  immaginarsi in  Overtown alla presenza di Purvis Young che inchioda assi di legno dipinte nel suo vicolo. 

 

Gia Hamilton, la fondatrice di Afrofuture, è originaria di New Orleans, città nella quale vive e che considera alla stessa stregua di Miami uno dei pochi veri centri culturali d’America, dove tutto è partito con la diaspora africana. Antropologa con numerosi progetti alle spalle, ha fondato: una scuola indipendente centrata sull’Africa, la Little Maroon nel 2006; uno spazio creativo di incubazione chiamato Gris Gris Lab nel 2009; un programma di residenza per artisti la Joan Mitchell Center a New Orleans prima come consulente dal 2011 al 2013, e poi come direttrice dal 2013-2018.

Attualmente, con la convinzione che l’immaginazione e la creatività siano gradienti fondamentali per creare una società più equa e socialmente giusta, ha portato a termine il progetto Afrofuture in collaborazione con the Urban Philanthropies che ha visto nel restauro della vitalità economica e culturale di Overtown la sua missione. Nella progettazione delle sue attività Gia Hamilton utilizza la metodologia Social Magic™, vale a dire attraverso  le iniziative sociali e l’innovazione studia la terra, il lavoro, la creatività e la produzione culturale mentre analizza la cultura spaziale e la connettività sociale all’interno delle istituzioni e della comunità. Ha sviluppato con questa metodologia diversi progetti: da quelli più semplici a progetti filantropici più strutturati e ben finanziati Per Gia l’utilizzo dello spazio e la programmazione da parte delle persone e la  creazione di spazi intersettoriali di connessione sono fondamentali.

Nasce così, con questi presupposti Afrofuture che dal 6 al 9 ha dato il meglio di sé con la presentazione dei personaggi che hanno dato vita a questo progetto che onora il passato inspirando il futuro,  alla presenza di Gia Hamilton, il sindaco della città di Miami Francis X.Suarez, il presidente di Urban Philanthropies, Philip Bacon, il vice chairman Don D. Patterson e il chairman Craig Emmanuel. Oltre a loro tanti ospiti e 20 tra artisti e musicisti che per creare un ambiente magico e futuristico di innovazione, hanno realizzato in loco opere artistiche, installazioni e performance .Tra gli artisti ci sono stati: Denisio Truitt, Felice Gee, Courtney Ceaux Buckley, T.J.Dedeaux Norris, Kristina Key Robinson, Sokari Ekine (una delle prime donne africane che hanno creato un blog: Black Looks) Brandan Bmike Odums, Soraya Jean Louis, Phelgm, Dyna Edyne, Charm Taylor, Elliot Jerome Brown Jr, Sultana, Epaul Julien, Jessica Strahan, Nate Dee, Vitus Shell, King Britt, Rich Medina, Fùnké. Durante i tre gironi di festa l’arte interattiva ha accolto le famiglie in visita, mentre gli amanti della vita notturna sono stati accolti con cocktail unici spettacoli musicali e feste VIP ospitati da Papa Keith, Africoco, Social X Change Miami, King Britt, Rich Medina e altro ancora. 

Arrivati a questo punto allarghiamo il nostro raggio di pedaggio e facciamo un giro ad Afrofuture, nello splendido quartiere di Overtown.

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